#SPECIALE:
SPECIALE COP27
Segretario ONU: "Siamo sulla strada dell'inferno climatico, con il piede pigiato sull'acceleratore"
L'umanità è "su una strada verso l'inferno climatico", ha avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite, dicendo che la lotta per un pianeta vivibile sarà vinta o persa in questo decennio.
António Guterres ha detto lunedì ai leader mondiali all'apertura del vertice sul clima delle Nazioni Unite Cop27 in Egitto: "Stiamo combattendo per la nostra vita e stiamo perdendo... E il nostro pianeta si sta rapidamente avvicinando a punti di non ritorno che sono in grado di rendere il collasso climatico irreversibile.
"Siamo su un'autostrada per l'inferno climatico, con il piede pigiato sull'acceleratore."
Ha detto che i leaders del mondo devono affrontare una scelta difficile nelle prossime due settimane di colloqui: o paesi sviluppati e in via di sviluppo che collaborano per stringere un "patto storico" che ridurrebbe le emissioni di gas serra e metterebbe il mondo su un percorso a basse emissioni di carbonio - o un fallimento, che porterebbe il collasso climatico e, in poche parole, la catastrofe.
"Possiamo firmare un patto di solidarietà per il clima o un patto suicida collettivo", ha aggiunto.
Ha affermato che il mondo dispone degli strumenti necessari per ridurre le emissioni di gas serra, nell'energia pulita e nella tecnologia a basse emissioni di carbonio.
"Una finestra di opportunità rimane aperta, ma rimane solo uno spiraglio di luce", ha detto. “La lotta globale per il clima sarà vinta o persa in questo decennio cruciale, sotto il nostro mandato. Una cosa è certa: chi si arrende sarà spacciato”.
Abdel Fatah al-Sisi, presidente dell'Egitto, nel suo discorso di apertura del vertice ha affermato che le persone povere e vulnerabili di tutto il mondo stanno già subendo gli effetti del clima estremo: "L'intensità e la frequenza dei disastri climatici non sono mai state così elevate, in tutti e quattro gli angoli del mondo, portando ondate di sofferenze a miliardi di persone. Non è giunto oggi il momento di porre fine a questa sofferenza?”
Più di 100 capi di stato e di governo di tutto il mondo si sono riuniti lunedì nella località egiziana di Sharm el-Sheikh per due giorni di incontri a porte chiuse ed eventi pubblici per discutere della crisi climatica.
Rishi Sunak, il primo ministro britannico, sarà presente per un giorno, insieme al tedesco Olaf Scholz, al francese Emanuel Macron e al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, arriverà nel corso della settimana, dopo le elezioni di medio termine negli USA.
Mia Mottley, il primo ministro delle Barbados, presenterà una nuova iniziativa sui finanziamenti per il clima per i paesi in via di sviluppo, e leader africani tra cui William Ruto del Kenya, Macky Sall del Senegal e George Weah, presidente della Liberia, sono ai colloqui. Presente anche il principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohammed bin Salman.
Da mercoledì, i leader mondiali consegneranno a funzionari e ministri il resto delle due settimane di colloqui. Tuttavia, il vertice si preannuncia teso e difficile, con poche possibilità di svolta.
I paesi si stanno incontrando all'ombra della guerra in Ucraina, di una crisi mondiale dell'energia e del costo della vita e delle crescenti tensioni globali. I paesi ricchi e quelli poveri sono ai ferri corti poiché le grandi economie non sono riuscite a ridurre le emissioni di gas serra abbastanza rapidamente e i paesi più poveri che subiscono il peso maggiore della crisi climatica stanno ricevendo poca assistenza finanziaria rispetto a quella di cui hanno bisogno e che gli era stata promessa alle COP precedenti.
La conferenza Cop27 è iniziata lentamente, con i negoziatori che hanno trascorso più di 40 ore durante il fine settimana a discutere su ciò che sarebbe stato all'ordine del giorno. Alla fine, si è convenuto che sarebbe stata discussa l'annosa questione di perdite e danni, che si riferisce ai peggiori impatti della crisi climatica, quelli troppo gravi per essere affrontati con semplici azioni di adattamento.
I paesi poveri che subiscono perdite e danni vogliono un meccanismo finanziario che dia loro accesso a finanziamenti straordinari quando disastri come uragani, inondazioni e siccità colpiscono, distruggendo le loro infrastrutture e lacerando il loro tessuto sociale.
Non è facile che questi colloqui forniscano una soluzione definitiva sul tema di perdite e danni, ma i paesi poveri sperano in progressi almeno sulle modalità di raccolta ed erogazione di finanziamenti.
Nella maggior parte dei vertici delle Nazioni Unite sul clima, attivisti e manifestanti svolgono un ruolo chiave. Tuttavia, l'Egitto reprime il dissenso e le sue carceri sono piene di prigionieri politici. Il governo di Sisi ha promesso che le voci degli attivisti per il clima saranno ascoltate, ma le loro attività sono state ridotte, con i manifestanti trattenuti in un luogo separato e obbligati a prenotarsi in anticipo per ottenere il permesso anche per manifestazioni minori.
#SPECIALE:
La manifestazione contro Ca'Foscari che mette d'accordo tutti
Rappresentanti studenteschi, liste, collettivi e gruppi di studenti: per la prima volta, al grido di "RIPRENDIAMOCI L'UNIVERSITA'!", fazioni di solito rivali organizzano insieme una manifestazione di fronte al Rettorato, per sbattere in faccia a Ca'Foscari tutti gli errori fatti finora (dall'eliminazione della DAD alla mancanza di spazi per studenti, passando per il taglio dei rappresentanti e tanto altro) e proporre delle soluzioni.
Mercoledì 16 novembre, alle 11 di mattina, è in programma davanti al Rettorato una grossa manifestazione studentesca, cui per la prima volta hanno aderito tutte le liste, collettivi e gruppi studenteschi di Ca'Foscari che finora si erano sempre ignorati o attaccati a vicenda.
Il motivo di fondo è che l'Università non sembra più tenere seriamente in conto molte delle necessità degli studenti, al punto che sono diventate delle emergenze croniche: l'emergenza abitativa e l'emergenza spazi (specialmente a Venezia Isola) ne sono un esempio, ma si potrebbe stendere una lunga lista (es. distributori dell'acqua chiusi da anni in Via Torino, con buona pace del "Plastic Free").
La classica goccia che fa traboccare il vaso è stata la rimozione di un seggio studentesco in Senato Accademico: ora il voto di chi rappresenta l'80% dell'Ateneo (gli studenti) conta solo il 10% nel "parlamento" universitario; e il rapporto numerico studenti-rappresentanti si abbassa a 1 rappresentante in Senato Accademico ogni 12mila studenti, letteralmente la metà del 2010, rendendo praticamente impossibile, per gli studenti dell'area scientifica, aspirare a tale carica.
Questo processo in cui noi studenti siamo sempre meno considerati come "stakeholders", e sempre più come "prodotti inanimati" estranei alla gestione dell'Università e alla risoluzione dei problemi che incontriamo in essa, va fermato.
Il punto di partenza per la "riscossa", in Senato Accademico e non solo, è la manifestazione "RIPRENDIAMOCI L'UNIVERSITA'!" che si terrà mercoledì 16 alle 11, davanti al Rettorato, e che vedrà partecipare studenti e sigle studentesche da tutta Ca'Foscari, con le rispettive richieste e proposte per ridare un volto umano alla nostra Università.
Sarà anche un'occasione di divertimento e socializzazione.
Tutti i lettori sono invitati ad unirsi.
Tra le principali sigle che aderiscono:
- Assemblea Rappresentanti Studenti
- Unione degli Universitari
- Ca'Foscari Now
- Lista Campus Scientifico
- Collettivo Liberi Saperi Critici
- Collettivo Sumud
- Fronte Gioventù Comunista
Fun fact: l'occupazione era un'opzione, ma è stata scartata in seguito alle preoccupazioni riguardanti il nuovo decreto cosiddetto "contro i rave party" del governo, che a discrezione del prefetto può punire con multe e anni di reclusione i ritrovi non autorizzati sopra le 50 persone.
#SPECIALE:
La speranza in mezzo al caos climatico: "Siamo in una gara tra Armageddon e Utopia"
Rinnovabili, decarbonizzazione, attivismo, cooperazione internazionale... la sfida è immensa, ma la situazione è tutt'altro che disperata.
"Ognuno di noi amerà qualcuno che è ancora vivo nel 2100", afferma l'attivista per il clima Ayisha Siddiqa. Quella persona amata dovrà affrontare un mondo nel caos climatico o un'utopia felice e sostenibile, a seconda di ciò che facciamo oggi.
È un potente motivo per agire, fornendo speranza che si possa trovare la volontà di un cambiamento trasformativo. Ma ci sono ragioni più tangibili di ottimismo nel contrastare l'emergenza climatica? La sfida è senza dubbio immensa: le emissioni di gas serra devono ancora iniziare a diminuire e devono dimezzarsi entro il 2030 per evitare gli esiti peggiori di surriscaldamento globale.
Eppure la situazione è tutt'altro che disperata. Dalla crescita esponenziale delle soluzioni verdi al potere della protesta, gli esperti affermano che esiste un percorso chiaro per limitare i danni. La domanda è: quanto velocemente possiamo percorrerla?
"Abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno in termini di tecnologia e, in termini di fisica effettiva, sappiamo cosa dobbiamo fare", afferma Solitaire Townsend, co-fondatore dell'agenzia Futerra. “La stragrande maggioranza delle soluzioni crea benefici davvero significativi per la nostra salute e benessere, reddito e tenore di vita in tutto il mondo. Siamo in una gara tra l'Armageddon e l’Utopia".
La luce splendente della speranza climatica è la crescita esponenziale dell'energia rinnovabile sempre più economica, che ora fornisce il 75% di tutta la nuova energia: il carbone è crollato a solo il 4%. Un importante studio recente ha rilevato che una rapida transizione verso l'energia pulita farebbe risparmiare milioni di miliardi di euro, anche senza tenere conto dell'enorme danno che causerebbe il continuo uso di fossili. “Anche i negazionisti del clima dovrebbero essere d'accordo”, afferma l'autore dello studio, il professor Doyne Farmer dell'Università di Oxford. Anche le vendite di veicoli elettrici stanno aumentando in modo esponenziale. Le vendite in Cina sono raddoppiate su base annua ad agosto, superando le 500.000 unità.
Entrambe queste tecnologie verdi hanno superato punti di svolta in molti luoghi: ora sono semplicemente così affidabili ed economiche che la loro diffusione capillare è inevitabile.
"Tali punti di svolta positivi sono cruciali", afferma il professor Tim Lenton dell'Università di Exeter: "Dobbiamo andare più di cinque volte più velocemente di quanto non lo siamo nella decarbonizzazione dell'economia globale. Quindi trovare e attivare i punti di svolta è un modo per creare la necessaria accelerazione del cambiamento". Spingere più rapidamente settori importanti verso i punti di svolta è l'obiettivo di un'iniziativa poco segnalata ma potenzialmente molto potente lanciata al vertice delle Nazioni Unite sul clima a Glasgow nel 2021: l'agenda Breakthrough, sostenuta da 45 nazioni tra cui Stati Uniti, Cina, India e UE.
"Dobbiamo cambiare enormi porzioni dell'economia globale e farlo molto velocemente", afferma Simon Sharpe, direttore dell'economia per il clima delle Nazioni Unite. "È ovvio che lo si farà meglio se i paesi lavoreranno insieme e si concentreranno sul rendere le tecnologie pulite e le soluzioni sostenibili l'opzione più conveniente, accessibile e attraente".
“Ad esempio”, dice, “un punto di svolta globale per i veicoli elettrici potrebbe arrivare anni prima se i mercati più grandi coordinassero la data in cui tutte le vendite di auto nuove devono essere a emissioni zero. Sforzi simili potrebbero anche ripulire i settori vitali, ma ad alte emissioni, dell'acciaio e del cemento.”
Bernice Lee, esperta di politiche climatiche presso Chatham House, afferma: "I buoni risultati a livello globale si basano su una forte azione nazionale, locale e regionale e, stando così le cose, ci sono ragioni per un certo ottimismo. I "quattro giganti" (Stati Uniti, Cina, India e UE) stanno tutti prendendo provvedimenti”, afferma.
Inoltre, il numero crescente di disastri meteorologici estremi causati dal clima che colpiscono il mondo ora, come le vaste inondazioni in Pakistan, è un importante sprone per il cambiamento. "È abbastanza chiaro che gli impatti climatici funzioneranno anch’essi come spinta", afferma Lee.
La crisi delle bollette energetiche in Europa causata dalla guerra in Ucraina ha incoraggiato gli interessi dei combustibili fossili a spingere per un nuovo sfruttamento di petrolio e gas. Ma figure di spicco affermano che la guerra alla fine rafforzerà l'azione per il clima, non la bloccherà. "Le ragioni per una transizione energetica globale sono più solide ora rispetto a prima dell'invasione", afferma Christiana Figueres, ex alto funzionario delle Nazioni Unite per il clima. "Una volta che saremo dall'altra parte dell'attuale ricatto russo, nessuno vorrà più essere tenuto in ostaggio". Il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre afferma: "La guerra sta accelerando notevolmente l'installazione di energia solare, eolica offshore, idrogeno e tutto il resto".
La geopolitica è anche la chiave di una questione ora al centro della sfida climatica: la finanza per il clima. Le nazioni del sud globale, che sono le meno responsabili del surriscaldamento, vogliono finanziamenti per ridurre le emissioni, adattarsi agli impatti inevitabili e riprendersi dai danni causati da condizioni meteorologiche estreme. La questione potrebbe dominare il prossimo vertice delle Nazioni Unite sul clima in Egitto a novembre.
"Quello che deve succedere alla COP27 è che vengano istituite strutture finanziarie per rimborsare perdite e danni e per migliorare l'adattamento", afferma Siddiqa, un attivista di Fridays For Future Pakistan. "È centrale per l'intera faccenda".
Per anni, grandi nazioni come gli Stati Uniti hanno bloccato tali finanziamenti, temendo una responsabilità illimitata; ma c'è comunque movimento, con la Danimarca che questo mese è diventato il primo governo nazionale a impegnare fondi per compensare perdite e danni. C'è anche movimento nel finanziamento delle trasformazioni dell'energia verde in paesi specifici, con le nazioni europee che forniscono 8,5 miliardi di dollari al Sud Africa.
Si stanno facendo avanti anche nuove idee per raccogliere i soldi necessari, dai 500 miliardi di dollari di finanziamenti del FMI proposti da Mia Mottley, il primo ministro delle Barbados, a una tassa globale sui combustibili fossili proposta dai paesi più vulnerabili.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sostiene quest'ultima idea, prendendo di mira in particolare i colossali profitti che l'industria petrolifera e del gas sta raccogliendo in questo momento. "L'industria dei combustibili fossili si nutre di sussidi e profitti inaspettati, mentre i bilanci delle famiglie si riducono e il nostro pianeta brucia", ha affermato la scorsa settimana. "Chiedo a tutte le economie sviluppate di tassare gli extraprofitti petroliferi". Guterres è diventato straordinariamente schietto: "L'industria dei combustibili fossili ci sta uccidendo".
Un altro leader che si esprime contro i combustibili fossili è Papa Francesco.
Tali attacchi forniscono speranza perché erodono la legittimità del potente settore petrolifero, che ha storicamente agito per bloccare l'azione per il clima. Forse la voce più potente per l'azione è stata quella dei giovani attivisti, il cui futuro è in gioco. Lee dice che rappresentano la nostra coscienza: "Svolgono un lavoro molto importante nell'aiutare i politici a rendere conto del futuro che stanno creando".
Siddiqa dice: “Abbiamo il potere a nostra disposizione. Abbiamo la capacità di cambiare l'opinione e la cultura popolare, ce la possiamo fare".
La pressione per un'azione sta crescendo anche da parte dei consumatori nella sfera commerciale, secondo Townsend, che chiedono un cambiamento alle grandi aziende e agli inserzionisti che sono sempre così esperti nel plasmare ciò che acquistiamo e il modo in cui viviamo.
"Le ricerche online di diete a base vegetale hanno avuto un aumento del 90% nell'ultimo anno", osserva. "È uno dei più grandi salti di ricerca di Google".
Un altro punto luminoso nell'azione per il clima, spesso trascurato, è il progresso globale nella riduzione dei refrigeranti HFC, che sono potenti gas serra e distruttori dello strato di ozono. Questa azione da sola potrebbe ridurre il riscaldamento globale di 0,5°C. I leader mondiali si sono impegnati a ridurre drasticamente il metano, un altro potente gas serra, così come a fermare la deforestazione, sebbene i precedenti sforzi per proteggere le foreste abbiano prodotto pochi risultati.
Non sarà mai troppo tardi per agire. Per quanto la già anomala temperatura globale aumenti, ogni decimo di grado di surriscaldamento evitato significa che qualcuno da qualche parte si risparmia della sofferenza ulteriore. "Dobbiamo ridurre il più possibile le emissioni per prevenire ogni aumento di 0,1°C", afferma il professor Bill McGuire, dell'University College London.
Il giovane attivista Siddiqa afferma: “Dobbiamo assicurarci che [i nostri cari vivi nel 2100] abbiano accesso a tutta la bellezza del mondo a cui abbiamo avuto accesso e che in generale ci lasciamo alle spalle un mondo migliore. Dobbiamo essere dei buoni antenati. Questa è la cosa che mi fa continuare ad agire".
#SPECIALE:
Le foto della festa di venerdì 7
La terza festa di campus dopo la pandemia dimostra che, soprattutto per merito di un gruppetto di organizzatori molto capaci e affiatati, l'Universo di Via Torino sta iniziando a vivere con regolarità una dimensione sociale che forse non si era neppure mai vista prima del covid.
Quest'ultima festa, in particolare, ha registrato un nuovo record di partecipanti (più di duecento, in buona parte matricole di scienze ambientali, informatica e restauro) e ha visto l'impresa, riuscita, dei quattro promotori nel gestire tutto senza intoppi nonostante il rapporto organizzatori/partecipanti fosse di uno ogni cinquanta.
E' probabile che, visto il trend di partecipazione e la volontà di continuare a dare occasione di socializzazione anche dalla prossima primavera (se non prima), il gruppo promotore si costituirà in associazione di campus per poter offrire a tutti l'assicurazione e poter fruire di altri benefici (es. possibilità di richiedere fondi e spazi interni dell'Ateneo per gli eventi).
Nei futuri numeri del presente giornalino potrete leggere di eventuali sviluppi: per ora qui sotto trovate le due cartelle con le foto della festa.
La Redazione ne approfitta per ringraziare appunto sia i due fotografi che Alvise, Edoardo, Khiem e tutti gli altri del gruppo organizzatore che da maggio ci regala meravigliosi eventi.
#SPECIALE:
Perché è scoppiata la contesa tra Rappresentanti studenteschi e Rettrice e perché dovremmo tutti prendervi parte
La ribellione dei rappresentanti degli studenti arriva dopo il mancato intervento dell’Ateneo sulla penosa situazione aule a Ca’Foscari isola e la diminuzione della rappresentanza studentesca in Senato Accademico, ma ha radici più profonde e rimette sul piatto la dignità degli studenti.
Da qualche giorno, la pagina ufficiale dell’ARS (Assemblea Rappresentanti Studenti, che riunisce i rappresentanti nei Dipartimenti e quelli in Senato Accademico e Consiglio d’Amministrazione) si è trasformata in una pagina meme, passando dalla distribuzione di comunicazioni ufficiali alla condivisione di contenuti satirici nei confronti dell’Università.
Si legge nel comunicato: “Per adeguarci a quanto abbiamo capito di contare a Ca' Foscari (zero), comunichiamo che da oggi cafoscariars diventerà una pagina meme!
Forse, con questo format, qualcuno lassù ci ascolterà. Alle mail non ci rispondono 🤷♀️”
L’ARS, che conta circa 20 membri provenienti da ogni parte dell’Ateneo eletti ogni 2 anni dagli altri studenti (le prossime elezioni sono a maggio), ha il ruolo di portare nei Consigli di Dipartimento, nel Senato Accademico e nel CdA la voce degli studenti e proporre soluzioni per risolvere i problemi di grande scala individuati dalla comunità studentesca.
[Nota: per i problemi di “piccola” scala, come ad esempio quelli riguardanti i singoli corsi, esistono invece le Commissioni Paritetiche, che coinvolgono uno studente per corso.]
Pur essendo gli studenti 21.000 (cioè l’85% della popolazione di Ca’ Foscari), però, il peso dei rappresentanti negli organi decisionali è bassissimo: 3 su circa 100 in ogni Dipartimento, 3 su 19 in Senato Accademico, 2 su 9 in Consiglio di Amministrazione; questo perché ci si aspetta che il resto dei membri (dirigenti, tecnici, rappresentanti dei professori) sappia ascoltare le istanze degli studenti e prendere decisioni di conseguenza.
Quest’ultima cosa, però, non sempre succede; anzi, ultimamente pare esservi una crisi dell’apparato cafoscarino in generale, che non riesce più a dare priorità a quelli che sono la sua ragion d’essere – gli studenti.
Blocco dei distributori di acqua durante la pandemia Covid-19 (quando quelli di merendine restavano aperti), crociata contro l’opzione della didattica a distanza e delle videoregistrazioni di recupero, scoraggiamento della richiesta di status studente-lavoratore, collaborazione stretta con enti (es. ENI, Crédit Agricole) decisamente non in linea con gli obiettivi di sostenibilità, cronica mancanza di spazi per studenti in favore di un allargamento degli uffici, mancata attuazione della Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica approvata unanime a luglio, investimento in e creazione di un corso di studio dedicato per un resort costiero poi fallito prima di nascere, mancato ritiro delle onorificenze ad un discusso oligarca russo, bombardamento di mail inutili e mancanza di comunicazioni essenziali, mancata manutenzione di alcune strutture, lezioni di alcuni corsi spostate al sabato, mancanza di trasparenza reale nelle decisioni… questi solo alcuni dei motivi di attrito tra l’Ateneo e i rappresentanti studenteschi, ormai percepiti come impotenti pure dalla loro stessa base elettiva; ad addolcire i rapporti solo la decisione dell’Ateneo di non arretrare sul supporto alle borse di studio nonostante le mancanze della Regione Veneto.
A settembre, però, il vaso è traboccato: in area umanistica e linguistica le aule assegnate alle lezioni non tenevano minimamente conto del numero di studenti, molti dei quali si sono trovati a seguire le lezioni seduti per terra o addirittura fuori dalla porta.
Tempestivo l’intervento dei rappresentanti studenteschi, che hanno comunicato d’urgenza il problema ad ogni livello decisionale dell’Ateneo, fornendo anche numerose prove; ma alle loro mail su questo e altri problemi non è giunta risposta, se non la richiesta ormai abituale di diffondere tra gli studenti la notizia di questo e quell’altro evento organizzato dall’Ateneo.
Passa un mese e i rappresentanti continuano ad insistere, perché se il problema capienza non è ancora stato affrontato e c’è ancora gente che segue le lezioni seduta fuori dalla porta, ora si aggiunge anche il problema della chiusura dell’unica aula dedicata alle attività studentesche autogestite.
I vertici dell’Ateneo finalmente si muovono, ma non nella direzione sperata: un passaggio-lampo in Consiglio di Amministrazione (con il solo voto contrario del rappresentante studentesco allora presente) ratifica prima ancora dell’approvazione in Senato Accademico una modifica dello Statuto d’Ateneo, che prevede tra le altre cose la decurtazione dei rappresentanti studenteschi in Senato Accademico da tre a due, in favore di un rappresentante dei dottorandi.
La proposta di modifica arriva al Rettorato che dovrebbe inoltrarla immediatamente ai membri del Senato Accademico, che invece la ricevono solo due giorni scarsi prima della votazione (mercoledì 5 ottobre), senza avere il tempo necessario per analizzarla e confrontarsi. Nonostante ciò, una mozione che chiede di rivedere il contenuto della proposta viene prontamente portata avanti da 8 senatori, ma non ha seguito in seduta.
Durante la seduta del Senato, sia i rappresentanti studenteschi che i dottorandi interpellati si oppongono: loro avevano proposto l’aggiunta di un rappresentante per i dottorandi e di uno per i ricercatori, come mai invece si ignora la possibilità di dare un posto ai ricercatori e per giunta si vuole diminuire la già risicata rappresentanza studentesca?
Contro il voto della maggioranza, però, nulla si può fare: la modifica alla “Costituzione dell’Ateneo” passa con 10 voti a favore, 4 astenuti e 5 contrari.
Oltraggiati sia da quella che alcuni in Ateneo ritengono una “decurtazione punitiva” in risposta al loro lavoro, sia dai metodi decisamente poco democratici né trasparenti con cui è stata condotta tale operazione, i rappresentanti reagiscono con un comunicato denunciando il fatto; ma i giornali lo traducono in un riassunto poco chiaro, lasciando poi in proporzione più spazio alla replica della Rettrice dell’Università, che sminuisce la faccenda e dipinge i rappresentanti come dei “sempliciotti” che non hanno capito nulla.
In un passaggio dell’intervista, la Rettrice stessa dichiara che “gli studenti hanno già 200 rappresentanti”, quando nella realtà sommando quelli nei due massimi organi decisionali si arriva solo a 5; pure aggiungendo tutti quelli che effettivamente hanno un qualche tipo di ruolo rappresentativo nell’Ateneo si raggiunge a malapena quota 90.
I rappresentanti studenteschi hanno solo qualche mese per provare a cambiare nuovamente lo Statuto prima delle nuove elezioni in Senato Accademico; e la strategia della pazienza e della collaborazione, che ha collezionato numerosi fallimenti culminanti in questo mandato, è ormai messa da parte.
I canali di comunicazione vengono sospesi, le vecchie “armi” vengono rispolverate.
Dopo un weekend satirico a base di memes e commenti affilati sotto i post dell’Università, la pagina dell’ARS ha annunciato un’assemblea in videochiamata per questo giovedì alle 21:00, durante la quale saranno discusse le azioni da intraprendere per riottenere il seggio in Senato, dare rappresentatività ai nostri amici dottorandi e ricercatori e fare capire a vertici dell’Università che non siamo polli da batteria, bensì i veri “stakeholders” dell’Ateneo.
Tutti gli studenti non rassegnati al peggioramento di Ca’Foscari sono invitati.
Il link verrà diffuso il giorno stesso.
Composizione attuale Senato Accademico (il “Parlamento” di Ca’Foscari)
1 Rettore/Rettrice
3 tecnici
4 direttori di dipartimento
8 rappresentanti dei docenti -> 1 rappresentante ogni 90 docenti circa
3 rappresentanti degli studenti -> 1 rappresentante ogni 7.000 studenti circa
Senato Accademico con il nuovo statuto
1 Rettore/Rettrice
3 tecnici
8 direttori di dipartimento
4 rappresentanti dei docenti -> 1 rappresentante ogni 180 docenti circa
2 rappresentanti degli studenti -> 1 rappresentante ogni 11.000 studenti circa
1 rappresentante dei dottorandi -> 1 rappresentante per quasi 500 dottorandi
Senato Accademico con lo Statuto proposto dai rappresentanti degli studenti e dei dottorandi (quello per cui ci batteremo)
1 Rettore/Rettrice
3 tecnici
4 direttori di dipartimento
8 rappresentanti dei docenti -> 1 rappresentante ogni 90 docenti circa
3 rappresentanti degli studenti -> 1 rappresentante ogni 7.000 studenti circa
1 rappresentante dei dottorandi -> 1 rappresentante per circa 500 dottorandi
1 rappresentante dei ricercatori -> 1 rappresentante per circa 200 ricercatori
NOTA DI SCALA: se “per assurdità” gli studenti un giorno venissero considerati al pari degli altri (docenti, dottorandi o ricercatori), avrebbero diritto a più di 63 seggi
#SPECIALE:
Dove puoi mantenerti bene informato/a sulla crisi climatica
...quelle di seguito sono alcune delle fonti più specializzate che possiamo consultare, sapendo di trovare ogni giorno contenuti nuovi e approfonditi e notizie recenti e analizzate.
La crisi climatica, grazie alle manifestazioni degli ultimi anni (sia quelle pacifiche dei movimenti ecologisti sia quelle, più violente, del clima in peggioramento come siccità e tempeste), inizia ad essere un argomento molto più percepito di prima: dall’imprenditore al fruttivendolo praticamente tutti hanno idea di cos’è, e per la prima volta tutti i partiti (o quasi...) l’hanno nominata almeno una volta nei loro programmi elettorali.
Ma il vero salto di qualità, che può permettere alla società di affrontare il problema e a noi studenti scientifici di essere coerenti con il nome del nostro campus, è passare dalla semplice percezione alla conoscenza.
La differenza?
La percezione è molto “per sentito dire”, va a sentimento ed è vulnerabile a imbrogli (es. il famigerato greenwashing delle aziende inquinanti).
La conoscenza è più approfondita, si basa più su dati e numeri, permette di avere un’idea d’insieme sul tema e di verificare se quelle nostre azioni quotidiane, quell’obiettivo di quel movimento, quel proclamo elettorale e/o quella pubblicità dell’azienda X abbiano un senso o meno. Insomma, senso critico basato sui fatti.
La conoscenza è decisamente più utile è figa, ma iniziare a coltivarla (non si finisce mai) spesso è difficile perché non abbiamo molte fonti da consultare, e di quelle poche che abbiamo non siamo super sicuri.
Tralasciando che per fortuna moltissimi profili “progressisti” sui social trattano già il tema con un post ogni tanto in mezzo alle altre cause che interessano la nostra generazione, quelle di seguito sono alcune delle fonti più specializzate che possiamo consultare, sapendo di trovare ogni giorno contenuti nuovi e approfonditi e notizie recenti e analizzate.
Se ne conoscete altre non mancate di inviarle qui, che dopo un breve check le aggiungiamo volentieri.
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Riviste online dedicate
DueGradi
La Nuova Ecologia, rivista di Legambiente
Icona Clima
Recommon, concentrata specialmente sul tema finanziario
SkepticalScience, che sfata tutte le vecchie e nuove panzane sul clima diffuse dalle compagnie petrolifere
Climalteranti.it
La Scienza in Rete
QualEnergia, concentrata specialmente sul tema energetico
Le pubblicazioni del movimento ecologista FridaysForFuture
Sui social:
Podcast “Emergenza Climattina” di Giovanni Mori (fortemente consigliato, è fantastico)
Instagram: Alterales, GioSadventures (con il suo nuovo podcast Notizie dal Pianeta Terra), CotonCri, Nikolas Lozito, e molti altri…
#SPECIALE:
25 settembre - Guida al voto in emergenza climatica
Il 25 si vota.
Per alcuni di noi è il primo voto in assoluto, per molti altri di noi è il primo voto per il Parlamento.
Non che ci interessi tantissimo: dai nostri genitori e nonni che spesso dicono che la politica è tutta un “magna magna”, ai politici stessi che effettivamente sembrano darsi da fare per cringiarci a morte (emblematico Berlusconi che racconta una barzelletta su sé stesso su TikTok, ma in generale le varie inserzioni politiche che s’intrufolano tra le nostre stories e i post raccontando storielle che non ci interessano), non è che ci siano i presupposti per un grande entusiasmo giovanile nel voto.
Del resto, i programmi elettorali puntano in gran parte a intercettare il voto degli anziani (che, essendo molto più numerosi di noi ragazzi, sono anche un bacino elettorale più prezioso) e dimenticano o sottovalutano i problemi determinanti per chi deve vivere sulla Terra ancora a lungo: la scuola, l’università, la ricerca, i diritti civili, l’inquinamento e, elefante nella stanza, il rampante peggioramento del clima.
Se state leggendo questo articolo fate probabilmente parte di quella fetta di ragazzi e ragazze che vota lo stesso, se non altro perché se l’astensione giovanile crescesse ancora, dopo il voto noi non-anziani saremmo considerati ancora meno di prima, in un circolo vizioso.
E come decidere? Beh, lo sappiamo bene cosa ne pensano i vari partiti dei diritti civili, lo strillano ben forte.
Se uno dice ad esempio “persone di colore”, “lgbt” o “aborto” noi ci ricordiamo già chi dice cosa al riguardo, abbiamo assorbito i messaggi per osmosi negli ultimi anni e già su quello abbiamo maturato le nostre preferenze. Lo stesso vale con le visioni economiche e sociali: privatizzazione e beni comuni, punizione e prevenzione, “meritocrazia” e “ascensore sociale”, nazionalismo e globalismo, famiglia e comunità, eccetera: dimmi cosa ne pensa il politico in tv e ti dirò di che partito è (o, almeno, di che area è).
Invece, un tema nuovo e interessante è proprio quello ambientale: con le manifestazioni ecologiste degli ultimi anni e soprattutto con l’intensificarsi del tracollo climatico (incendi, siccità, caduta ghiacciai e disastri meteo sono sempre più pesanti anche per l’economia) ogni partito, anche quello più negazionista, è stato praticamente costretto a dotarsi di una visione ambientale per non perdere terreno rispetto agli altri riguardo uno dei nuovi problemi ormai molto più sentiti che mai.
Visioni ambientali legate ciascuna alla visione del partito di riferimento, e quindi fortemente diverse tra loro, ma spesso talmente nuove (o fantasiose) da sorprendere e disorientare: ecco quindi lo scontro tra “ecologismo della prima ora” e “conservatorismo dell’ambiente”; reattori nucleari e inceneritori in centro città con tanto di perimetro militarizzato contro pioggia di rinnovabili, batterie & revisione dell’economia; l’odio contro i poveri che non fanno bene la differenziata vs l’odio contro i ricchi che inquinano per capriccio con i jet privati; la promessa di un milione di nuovi alberi contro lo stop alla deforestazione estera per cause nazionali; cautela/greenwashing contro ambizione/estremismo verde, eccetera eccetera.
L’ambiente, dapprima esclusiva dell’ormai cinquantenne partito del sole giocondo, ora è arena politica; e perciò tutti ne parlano anche se pochi ne sanno qualcosa, e questo si vede anche nei programmi elettorali: se uno vuole votare guardando questa tema rimane spesso confuso dalle roboanti promesse (che non si sa mai se verranno mantenute) contenute negli interminabili pdf caricati sul sito del Viminale.
Un aiuto provvidenziale provano a darlo rispettivamente un nuovo thinktank (E.C.C.O.) e una ong (Italian Climate Network), il primo facendo una griglia con tutti i vari impegni ambientali e confrontandoli senza dare giudizi di parte; la seconda chiedendo a venti ignari scienziati del clima in Italia di “dare i voti” ai vari programmi elettorali in base a ovvi parametri.
Da entrambi vengono fuori valutazioni molto approfondite, e oltre alle cose scontate ne sorgono anche alcune di sorprendenti: per questo l’invito di questo articolo è di andare proprio a dare un’occhiata alla “megagriglia ambientale” e alla “pagella del clima” per farsi meglio un’idea non solo di chi potenzialmente votare, ma di cosa significherà a livello ambientale e climatico la vittoria di un partito rispetto ad un altro.
Buona lettura!
#SPECIALE:
Ca'Foscari finalmente dichiara l'Emergenza Climatica ed Ecologica
L'approvazione della Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica da parte del Senato Accademico compatto apre una nuova pagina di politiche sociali e ambientali della nostra Università. La battaglia è vinta, ora "inizia la guerra".
Nella torrida mattina di un'estate siccitosa, in una città che pian piano sparisce sott'acqua, i membri del Senato Accademico di Ca'Foscari hanno finalmente votato unanimi la Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica.
Un documento scritto da rappresentanti di ogni categoria della nostra comunità universitaria (studenti, ricercatori, docenti e personale tecnico-amministrativo) e sottoscritto da più di mezzo migliaio di cafoscarini, che apre le porte ad un'azione maggiore del nostro Ateneo su ogni cosa possa contrastare il dilagare della crisi climatica ed ecologica.
A termine del precedente punto, che era la presentazione del piano di mitigazione e adattamento di Ca'Foscari al peggioramento climatico e che appunto notava l'impossibilità per l'Università di fare granché agendo solo nel proprio orticello, viene introdotta dalla delegata della Rettrice alla sostenibilità (prof.ssa Semenzin) la nostra iniziativa: che appunto propone un superamento del punto di vista passato (vedasi l'ultima pagina del documento per capire meglio).
Dopo l'intervento della presidentessa dell'assemblea dei rappresentanti studenteschi e del sottoscritto (ideatore e primo promotore della DECE) come uditore esterno, si passa agli interventi dei senatori e poi alla votazione: e qui scopriamo quanto l'effetto clima possa influenzare i cuori e le menti.
Per quanto previsti e temuti fossero dei discorsi contrari, nessuno dei senatori potenzialmente in disaccordo (nemmeno quello solitamente contro ogni cosa) accenna a prendere la parola: alcuni di quelli che generalmente sono indecisi addirittura si sbilanciano fortemente per la mozione.
"Quanti a favore?" chiede la Rettrice, che presiede il Senato.
Tutte le mani dei presenti, grondanti sudore (l'aria condizionata non funzionava bene in quella stanza) si alzano per la votazione, e il documento è approvato all'unanimità: con il caldo di questi giorni e la paura della siccità eterna che arriva fino agli uffici docenti, nessuno ha il coraggio di respingere un testo che impegna l'Università ad agire radicalmente contro il riscaldamento globale.
Cala il sipario, possiamo cantare vittoria per un momento.
L'impegno dei promotori e il contributo di tutti i firmatari non sono stati vani, e ora Ca'Foscari ha adottato un testo di azione climatica tra i più ambiziosi al mondo; ma da adesso comincia la vera sfida, cioè trasformare il testo in azione concreta ed efficace.
La DECE di fatto apre la strada a provvedimenti e proposte che prima sarebbero stati giudicati eccessivi: alcuni di questi (come l'adesione alla Rete Agrivoltaico Sostenibile lanciata dall'ENEA, l'affissione di climate clocks nei campus e l'apertura di una sezione "emergenza climatica" nella home del sito di Ateneo, tanto per cominciare) verranno appunto proposti nelle occasioni successive, in un crescendo che mira a mettere in discussione anche le collaborazioni con le banche fossili e le aziende petrolifere, e a spingere l'Università a intervenire anche sulle istituzioni circostanti invece che guardarsi l'ombelico.
Nel frattempo, anche a Padova e allo IUAV studenti che vogliono fare lo stesso hanno avuto da noi il segnale che è possibile ottenere questo risultato, e si metteranno all'opera per espandere la DECE a macchia d'olio.
Si prospetta un nuovo anno accademico ricco di proposte e novità, oltre che di ulteriori lotte (perché nonostante la DECE, non tutto sarà sempre così facile): nulla di meglio per chi, come noi studenti, è preoccupato per il proprio futuro ed è disposto ad agire pur di riprenderselo.
#SPECIALE:
DECE, domani la votazione in Senato Accademico
Domattina sarà il momento della verità: il nostro "parlamento universitario" voterà per (o contro) la Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica, documento firmato da studenti, ricercatori, personale e professori di tutto l'Ateneo.
Al Senato Accademico del primo luglio 2022 c'è, al quarto punto dell'ordine del giorno, la nostra tanto sudata Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica (DECE).
Scritta da studenti, professori, ricercatori e personale (specialmente dell'area scientifica) tra febbraio e marzo e poi diffusa per l'Ateneo da aprile in poi, la DECE ha raccolto il sostegno di 500+ firmatari (di cui il 70% studenti) ed è finalmente approdata nel "parlamento cafoscarino", dove oltre ai tre rappresentanti studenteschi siedono e hanno diritto di voto una ventina di professori e tecnici dell'Ateneo.
Questi ultimi avalleranno un testo che impegna fortemente l'Università ad agire con molto più vigore sul tema ambientale, o finiranno per ostacolarlo o rimandarlo?
Alcuni già sostengono la DECE e ne sono pure firmatari, altri (per motivi non sempre chiari) potrebbero opporsi; ma l'ago della bilancia è in mano a un gruppo di indecisi, che faranno la loro scelta domattina alla fine di una discussione.
A questa ha tardivamente ricevuto la possibilità di partecipare come uditore esterno (cioè: può solo rispondere se interpellato) Bulegato Cesare, rappresentante studentesco di Scienze Ambientali e Informatica nonché ideatore e promotore della DECE nonché scrittore in terza persona di questo articolo semi-autoreferenziale.
Riuscirà lo studente-contadino terrorizzato dalla siccità a convincere i Senatori mancanti, o alla festa di domani sera in campus scientifico si ubriacherà per affogare nell'alcool lo sconforto e la rabbia?
Lo scopriremo domani.
#SPECIALE:
Festa di fine sessione
Su iniziativa di alcuni studenti e rappresentanti, il primo luglio al Campus Scientifico ci sarà la prima festa di fine sessione dopo la pandemia, aperta a tutto l'Ateneo. Per partecipare occorrerà iscriversi compilando un google doc.
Festa di fine sessione! 🥳🍹🎉
I ragazzi del Campus scientifico invitano tutta la comunità cafoscarina a festeggiare con loro la fine della sessione e dell’anno accademico!
INFO:
🕕 QUANDO: Venerdì 01/07, ore 18.00-20.30
📍 DOVE: Campus scientifico in Via Torino (Mestre).
A seguire, ci sposteremo tutti a Forte Marghera (10 minuti a piedi) dove si trovano diversi locali per continuare a festeggiare!
Come arrivare:
🚊Con il treno regionale, fermata a Porto Marghera;
🚌Tramite autobus (linee 31H, 32H e 43 ACTV).
Cosa potrete trovare?
🍹Bibite e snack a volontà, assieme a musica, contest e giochi alcolici in tema!
⚽️🏐🃏
💸 Costo:
5€ per persona
N.B. è richiesto un contributo per aiutare gli organizzatori a procurare cibo, bevande, giochi e musica (siamo anche noi studenti squattrinati).
#SPECIALE:
Intervista a Thomas Babato
La lista scientifica unitaria, la raccolta firme per le strisce pedonali e non solo: le imprese del rappresentante studentesco che, dopo quasi tre anni di servizio, si dimette ma resta a disposizione di tutti i compagni di campus.
Thomas (detto Tom) si è dimesso ma resterà nei nostri cuori (e nel nostro campus): ecco un’inedita intervista che ci aiuta a scoprire un po’ della storia passata di Via Torino, di ciò che è cambiato e di ciò che potrebbe essere il suo futuro.
(Dopo una breve chiaccherata…)
Bene Thomas, da ora in poi quello che dici verrà fuori sull’articolo. Cominciamo dalla novità: quali sono i motivi delle tue dimissioni?
Ho scelto di dimettermi perché a maggio ho iniziato a lavorare e mi prende molto tempo, se unisci questo al fatto che la mia tesi si avvicina sempre di più, capisci che anche rimanendo rappresentante non avrei potuto fare moltissimo.
Poi, alle ultime elezioni sono stato affiancato da due colleghi con molta voglia di fare, già da allora ho sentito che prima o poi era il momento di lasciare il passo alla “nuova generazione”.
Il peso dell’età… come era il campus quando ci sei arrivato te, quattro anni fa?
Quando ho iniziato, al posto di Epsilon e del cantiere vicino al Beta vi erano solo erba e sassi, come pure al posto del dormitorio in costruzione. Oltre al bar Alfa era aperta pure una caffetteria in Zeta, ma chiudeva molto prima, verso le tre del pomeriggio.
Non c’erano le strisce pedonali (ci torniamo dopo) e il relativo semaforo di fronte al campus, cui tra l’altro si poteva entrare in macchina da davanti, non solo dall’entrata secondaria.
Mi ricordo che all’interno degli edifici non c’erano i contenitori della differenziata, mentre all’esterno c’erano davvero molte meno piante rispetto ad ora. L’orto in campus comunque vi era già, girava voce che i chimici del Beta vi avessero sversato qualcosa di strano. Invece la piscinetta dell’Alfa era come è adesso, purtroppo non ho visto il periodo in cui era uno stagno monitorato.
Una cosa che sicuramente non è cambiata è il numero di panchine e tavolini…
Come mai a suo tempo hai deciso di fare il rappresentante? Come ti sei fatto eleggere?
Come tutti i rappresentanti studenteschi, sono uno cui piace mettersi in gioco.
Al primo anno di informatica avevo creato un sito chiamato “L’Universitario Veneziano” su cui caricavo gli appunti per condividerli gratuitamente tra gli studenti, poi altri hanno iniziato a caricarci il proprio materiale: insomma, ha avuto molto successo tra gli studenti del primo anno, cosicchè sono diventato molto popolare tra i miei compagni di corso e ho iniziato a considerare l’idea di farmi eleggere rappresentante.
A inizio primavera 2019 mi sono candidato come rappresentante del DAIS (Informatica e Scienze Ambientali) insieme ad un'altra collega di corso, Melania, con il supporto del vecchio rappresentante (un tale Sebastiano). Si concorreva per tre rappresentanti e vi erano tre liste: io e Melania eravamo con Ca’Foscari Now, Mei di Scienze Ambientali correva con UDU e un altro ragazzo aveva una propria lista.
Mi ricordo che durante le ultime ore di elezioni, a quorum già raggiunto, sono andato a parlare al microfono di una lezione ricordando a tutti di votare (ma senza dire il mio nome per rispettare il silenzio elettorale); lì un mio compagno ha esclamato ad alta voce il mio nome ed è probabilmente grazie a quella pubblicità che alla fine io e Melania abbiamo vinto di 7-8 voti rispetto a Mei, che comunque è stata eletta. Dopo le elezioni abbiamo collaborato fin da subito, stabilendo un ottimo rapporto che però era un po’ turbato dal conflitto tra le rispettive liste: come ora c’era molta competizione tra le due grandi liste di cui facevamo parte, un eterno conflitto tra gli “apolitici” (Ca’Foscari Now) e la “sinistra universitaria” (Unione degli Universitari) di Ca’Foscari.
L’altra metà del campus, il DSMN (Chimica e Ingegneria), invece non aveva questo problema: tutti e tre i rappresentanti facevano parte di una lista che non aveva avuto concorrenti: l’indipendente SAS (non mi ricordo cosa significasse). Abbiamo collaborato molto anche con loro, ci trovavamo bene.
Nella squadra del DAIS alla fine abbiamo fatto amicizia e ci siamo divisi i compiti: io e Melania ci occupavamo dei rispettivi corsi di studio, Mei oltre a occuparsi del proprio si interfacciava anche con il Dipartimento.
Poi, nell’Assemblea dei Rappresentanti degli Studenti io non ero forse il membro più attivo, ma supportavo volentieri chiunque secondo me avesse delle buone idee da portare avanti nell’Università.
Nel campus, quali sono state le vostre lotte?
Generalmente abbiamo fatto un lavoro di raccolta riscontri, ma abbiamo visto che ai tempi quasi tutto andava bene e nessuno si lamentava; ma durante la campagna elettorale, con la lista CFN, abbiamo raccolto delle firme per chiedere delle strisce pedonali che collegassero il campus con la strada della stazione. L’abbiamo fatto con l’aiuto di Giuseppe, coordinatore della lista, che poi ha mandato la petizione al Comune di Venezia dove aveva dei contatti. Vittoria ottenuta recentemente, dopo i lunghi tempi della burocrazia.
Come è nata LCS, la lista unificata del campus scientifico?
Incaricato dalla mia lista di fare ulteriori proseliti nel campus, ho visto che non era molto semplice: CFN qui è vista come estranea, come del resto lo è anche UDU. A dire la verità, anche le due liste non erano molto affezionate al campus: quando ho organizzato, il mio secondo anno, una festina a fine ottobre nell’aula studio dello Zeta, su cinquanta partecipanti appena sei (uno di CFN e cinque di UDU) erano venuti dall’isola veneziana per fare conoscenza con i membri del campus.
Alla seconda festa, stesso posto ma a carnevale, di nuovo le liste non erano granché pervenute: preferivano contendersi l’isola veneziana, in particolare a San Giobbe (campus economico) una grandissima festa di CFN con associazioni e centinaia di partecipanti era stata rovinata da un drappello di membri di UDU dotati di volantini e poca voglia di chiedere il permesso di farsi pubblicità, e questo aveva acceso l’ennesima polemica.
Da episodi come i tre sopracitati ho perso fiducia nelle grandi liste universitarie e come Melania sono stato contagiato dall’idea indipendentista di Massimiliano e Sebastiano del DSMN, che è piaciuta anche a Mei: una lista scientifica unitaria, che garantisse non solo la fine delle rivalità politiche in Via Torino ma anche una rappresentanza affiatata e coesa, attenta prima di tutto ai bisogni del campus e solo dopo agli avvenimenti dell’Ateneo in generale.
Il secondo anno, inoltre, frequentando attivamente il campus avevo trovato la mia anima gemella Noemi, che poi ha deciso di unirsi al nostro nascente progetto candidandosi nel DSMN.
Da lì fondammo LCS, cioè Lista Campus Scientifico, che ora come sai è l'ago della bilancia delle votazioni nell’Assemblea dei Rappresentanti degli Studenti.
Alle elezioni del maggio 2021, complice l’effetto desocializzante di covid e relativi lockdown, nessun’altra lista riuscì a trovare candidati: al DSMN vincemmo al primo colpo, al DAIS non si raggiunse il quorum e dovemmo riprovare a settembre, ritardo che ha permesso a Cesare e Matteo di decidere di candidarsi con noi e quindi di farsi eleggere in una scontata vittoria.
Ora “tutto il campus è in mano al campus“, e tutti i rappresentanti si lavora insieme, con armonia e senza bandiere e tribù di mezzo.
Ci ha raccontato il passato, ora dimmi che cosa pensi del futuro di LCS e del campus!
Spero che il campus rimanga sempre sotto la stessa bandiera, la propria, perché questo garantisce a studenti e loro rappresentanti sia una voce forte e unita, sia un focus diretto sul campus stesso. Ovviamente è importante evitare l’isolamento dal resto dell’Università e dell’Assemblea dei Rappresentanti degli Studenti, ma conoscendo i tramaci festaioli di uno di noi di LCS, credo che non ci sarà pericolo in questo senso!
Per ciò che riguarda la vita in campus, Epsilon garantirà un ancora maggiore afflusso di studenti e il nuovo edificio della Camera di Commercio potrebbe offrire anch’esso qualcosa, ma secondo me il futuro del campus passa per i dormitori in costruzione e la mensa che sarà eretta dietro l’Eta entro il 2024: da una parte gli universitari che vivranno praticamente quasi tutta la giornata nei pressi del campus creeranno di sicuro maggiori attività in esso; dall’altra la possibilità di pranzare in modo economico (e con più spazio, vero bar Alfa?) porterà più studenti a partecipare a tali attività e vivere il campus in maniera migliore.
C’è però una cosa molto importante e da non trascurare: il verde.
Devono essere salvaguardate e migliorate (con tavoli, panchine e ulteriori piante) le rimanenti aree alberate e a prato, che rendono il nostro campus molto più bello e memorabile rispetto a quelli veneziani.
L’Epsilon e il cantiere di fianco al Beta hanno causato una grossa cementificazione, col risultato che nessuno più ora sosta là intorno, tutti vanno intorno allo Zeta perché effettivamente ha due zone ben tenute e valorizzate: ogni metro ancora verde dal campus deve essere gestito così, non deve essere versato più cemento e anzi, se fosse possibile, sarebbe da restituire un po’ di verde alla zona che corre tra l’Alfa e il Delta.
E ovviamente i distributori dell’acqua vanno riaperti e aumentati di numero, è inconcepibile che Ca’Foscari ci regali le borracce e poi ci costringa a riempirle in lavandini che spesso sono troppo piccoli per farlo.
Prima di chiudere, vuoi lasciare un tuo messaggio agli studenti?
Sì! Vivete bene il campus, sfruttatelo al massimo (specialmente nella bella stagione) per conoscere altra gente; partecipate alla politica cafoscarina, collaborando con i vostri rappresentanti, per spingere di più i dipartimenti e l’Università stessa a fare delle cose di buonsenso; e se siete il tipo di persone che vogliono mettersi in gioco e cambiare il mondo intorno a voi, candidatevi voi stessi nella Lista Campus Scientifico!
#SPECIALE:
Firma anche tu perché Ca'Foscari dichiari l'Emergenza Climatica ed Ecologica
Aperta l'importante raccolta firme cafoscarina a favore del documento di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, che se approvato in Senato Accademico potrebbe aumentare di molto l'azione del nostro Ateneo in tema ambientale.
Sia l'Assemblea dei Rappresentanti degli Studenti che la Consulta dei Dottorandi appoggiano già il documento (leggibile qui in forma sintetica e qui in forma ufficiale) dopo una recente aggiunta che prevede un maggiore coinvolgimento studentesco (e non solo) nelle decisioni riguardo il clima.
Per l'approvazione al Senato Accademico e l'ufficializzazione occorre una forte spinta: ci si augura quindi un ampio supporto da parte di tutti i membri dell'Università che, senza azione per il clima, rischia di diventare un reperto sottomarino.
Nota: possono firmare solo studenti, dottorandi, docenti e lavoratori di Ca'Foscari; vengono richieste le credenziali universitarie in quanto la raccolta firme è ufficiale per l'Ateneo.
La raccolta firme si concluderà entro il prossimo Senato Accademico, cioè a inizio maggio.
#SPECIALE:
Ca'Foscari potrebbe dichiarare l'Emergenza Climatica ed Ecologica
Un gruppo di studenti, dottorandi e docenti ha redatto un documento che, se approvato in Senato Accademico, potrebbe cambiare il modo di agire del nostro Ateneo riguardo la crisi del clima e dell'ambiente in generale.
Questo documento non è particolarmente originale (all'estero già centinaia di Università ne hanno adottati di simili, e anche in Italia già l'Università di Catania e quella di Genova hanno sottoscritto impegni sul tema); eppure è decisamente più dettagliato e incisivo della media, in quanto impegna l'Ateneo a impegnarsi non solo a livello tecnico-interno ma anche a livello "politico" e morale, aprendo le porte ad azioni ambientali più massicce e socialmente incisive di quelle attuali.
La versione integrale del documento (qui invece quella sintetizzata) è stata approvata dall'Assemblea dei Rappresentanti degli Studenti ed è in dirittura d'arrivo anche in Consulta dei Dottorandi; ma poiché avrà validità solo se approvata in Senato Accademico, presto partirà una raccolta firme ufficiale con cui ciascuno studente potrà dare la propria voce per sostenerla.
#SPECIALE:
A che punto è il piano di miglioramento del Campus
Il piano sviluppato da noi rappresentanti ha passato con successo la fase di giudizio degli studenti, ora arriva la parte dura: la presentazione a docenti e Dipartimenti DAIS e DSMN, e poi il giro per gli uffici tecnici.
Riepilogo delle puntate precedenti...
Dall'ultimo sondaggio:
- Situazione attuale del campus:
Il 18% del campione lo trova già perfetto
Il 34% vuole più spazi al chiuso (per studio, pranzo o relax)
Il 30% consiglia più panche e tavolini all'esterno, soprattutto se con copertura
Il 23% chiede una mensa
L'8% chiede più verde in generale
Il 7% aspetta che riaprano i distributori dell’acqua
Il 3% agogna una zona sport
Il 2% desidera più cestini per la differenziata in giro per il campus
Nota: la somma è maggiore di 100% perché molte persone hanno indicato più questioni da risolvere.
- Piano di miglioramento per le zone esterne del campus: tutte le persone che hanno consultato il nostro piano di miglioramento (consultabile da qui) l'hanno valutato positivamente.
-> Chi ha migliorie da suggerire, è ancora in tempo!
Da allora, non molto è cambiato. Il documento è arrivato sulla cattedra di numerosi docenti, tra cui i rispettivi Direttori di Dipartimento del DAIS e del DSMN (entrambi fanno parte del Campus), che l'hanno letto, ci hanno ringraziato e l'hanno inviato agli uffici tecnici per un riscontro.
Ora non resta che aspettare il responso degli uffici tecnici, sperando di poter portare questo tema direttamente nei due rispettivi Consigli di Dipartimento previsti ad Aprile.
Siamo certi che le nostre richieste verranno accolte: questo perché è sufficiente un giro negli altri campus (economico, umanistico...) per capire che, rispetto a tutte le altre aree di Ca'Foscari, la nostra è l'unica quasi completamente priva di panchine, spazi all'aperto, aule studio, spazi per studenti in generale.
E siamo certi che sia nell'interesse dei nostri Dipartimenti rimediare a questa mancanza, in quanto un miglioramento della vivibilità del campus (per studenti, professori, ricercatori...) porterebbe di certo ad un aumento della presenza di noi ragazzi e ragazze, e quindi al rinascere di un'atmosfera di vita e attività nel luoghi in cui attualmente andiamo solo a seguire le lezioni.
#SPECIALE:
Risultati del sondaggio per feste&co e decisioni dei rappresentanti
Dopo una settimana di diffusione e compilazioni, abbiamo tirato le somme del sondaggio che avevamo fatto girare per raccogliere feedbacks riguardo alle feste in campus, al nostro sito e giornalino e al piano che stiamo stilando per proporre ai rispettivi dipartimenti delle migliorie nelle zone esterne (e non solo) del campus.
Ecco i risultati!
- Festa: tutti sono entusiasti all'idea della festa in campus, anche se alcuni evidenziano le difficoltà che potrebbero esserci se la facessimo in un periodo ancora freddo.
Cosa non può mancare alla festa? I pareri sono praticamente unanimi: cibo, bevande, bella musica, uno spazio adatto.
Sette persone hanno dato il loro contatto per aiutare a organizzare l'evento, saranno ricontattate. Oltre a loro, potrà volontariamente essere coinvolto nell'organizzazione chiunque lo chieda ai rappresentanti via whatsapp o durante gli aperitivi (vedi punto successivo).
-> Oggi uno di noi rappresentanti (Thomas Babato) inizia a sentire il bar per vedere se ci possono aiutare a livello logistico senza farci pagare troppo; la data della festa resta sempre intorno a metà aprile, per ovvi motivi di temperatura e di restrizioni covid (che decadono in buona parte dal primo del mese).
- Aperitivi: i tre momenti della settimana che sono arrivati sul podio dei più gettonati sono tutti in campus e sono: il lunedì dalle 18, il mercoledì alle 18 e il giovedì alle 18. A ciascuno parteciperebbe almeno una ventina abbondante di persone.
-> Sempre oggi, parlando con quelli del bar, Thomas si accorderà per fare il primo aperitivo già da lunedì prossimo (21 marzo) dalle ore 17 alle ore 19 circa: l'obiettivo è ottenere sconti e musica fuori dal bar durante tale aperitivo e quelli successivi.
- Sito e giornalino: tutti coloro che hanno espresso un'opinione, hanno espresso un'opinione positiva.
-> Cesare Bulegato, che gestisce sito e giornalino, ringrazia con il cuore.
- Situazione attuale del campus:
Il 18% del campione lo trova già perfetto
Il 34% vuole più spazi al chiuso (per studio, pranzo o relax)
Il 30% consiglia più panche e tavolini all'esterno, soprattutto se con copertura
Il 23% chiede una mensa
L'8% chiede più verde in generale
Il 7% aspetta che riaprano i distributori dell’acqua
Il 3% agogna una zona sport
Il 2% desidera più cestini per la differenziata in giro per il campus
Nota: la somma è maggiore di 100% perché molte persone hanno indicato più questioni da risolvere.
- Piano di miglioramento per le zone esterne del campus: tutte le persone che hanno consultato il nostro piano di miglioramento (consultabile da qui) l'hanno valutato positivamente.
-> Noi rappresentanti provvediamo allora a iniziare a confrontarci anche con docenti e personale dei due dipartimenti, per poi presentare ufficialmente il progetto ai due Consigli di Dipartimento.
Chi ha migliorie da suggerire, è ancora in tempo!
#SPECIALE:
Incontro con i dottorandi giovedì 10 alle 17:00
Visto che in tanti ci fate domande su tirocino, tutorati, magistrali, dottorati etc etc, con l'Assemblea dei Rappresentanti e la Consulta dei Dottorandi abbiamo organizzato questo evento...
...in cui degli studenti "veterani" presenteranno i loro corsi e risponderanno ad ogni domanda anche banale sulla vita universitaria!
Il link per iscriversi è questo:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSefZvAVYbpBiI67tT6OAMp7iY1dbrQ4yXdbOXHxpRxFfbepzQ/viewform
#SPECIALE:
Sondaggio per feste in Campus (e non solo!)
Come promesso, ora che sessione, covid e stagione fredda ci danno tregua, partiamo con le cose interessanti!
Compila questo sondaggio per esprimere le tue preferenze sulle feste in campus (e non solo), il giornalino di campus e uno speciale progetto per rimodellare il nostro habitat universitario!
#SPECIALE:
Dove donare per aiutare la popolazione ucraina
Di seguito una serie di link ad alcune organizzazioni a cui si può donare per aiutare le vittime della guerra:
Croce Rossa Ucraina
Comitato Internazionale della Croce Rossa
Nova Ukraine (ONG che consegna ai civili beni di prima necessità)
Voices of Children (organizzazione benefica che aiuta i bambini ad affrontare il trauma della guerra)
Dona direttamente agli ospedali in Ucraina
Sunflower for Peace (organizzazione che fornisce zaini di primo soccorso ai medici e paramedici in prima linea)
The Kyiv Independent (supporta la stampa indipendente ucraina in lingua inglese)
#SPECIALE:
Cos'è la DECE e perché la supportiamo
Ti immagini se Ca'Foscari dichiarasse guerra all'emergenza climatica?
Se questa iniziativa (nome in codice DECE, Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ecologica) va in porto, non si tratterà più soltanto di immaginazione, ma l'inizio di un cambiamento rivoluzionario per il nostro Ateneo e il mondo universitario italiano.
Più info appena abbiamo tutto sottomano.